ROTHKO (1903 – 1970)
La sua prima esposizione risale al 1928 presso una collettiva alle Opportunity Galleries di New York. Negli anni seguenti allacciò una profonda amicizia con altri grandi artisti come Milton Avery e Gottlieb. In seguito elaboro’ uno stile concentrato sulle emozioni di base, spesso riempiendo grandi tele di canapa con pochi colori intensi e solo piccoli dettagli immediatamente comprensibili. Per questo può anche essere considerato precursore dei pittori color field (come Helen Frankenthaler).
ARTE ETRUSCA (IX – I secolo a.C.)
Per arte etrusca si intende la produzione artistica degli Etruschi, popolo stanziato nel territorio chiamato Etruria, triangolo compreso tra l’Arno a Nord, il Tevere a Sud e il Mar Tirreno a Ovest, con propaggini anche nell’Italia settentrionale, tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto meridionali, e alcuni territori nell’Italia meridionale in Campania. L’arte etrusca si distingue tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. circa (l’epoca di Silla e Ottaviano) rispetto a quella delle civiltà italiche di epoca preromana. Tale distinzione si affievolisce in modo progressivo a partire dal III secolo a.C. quando, insieme ai contributi provenienti da altre civiltà della penisola, la produzione etrusca confluisce nell’arte detta medio italica, fondamento sul quale andrà a costituirsi l’arte romana.
EL GRECO (1541 – 1614)
Fu uno dei massimi pittori dell’epoca moderna. Formatosi artisticamente nell’isola di Creta, subì l’influsso della pittura bizantina. Durante il soggiorno in Italia modificò il suo stile in modo sostanziale, arricchendolo con elementi tratti dal manierismo e dal Rinascimento veneziano, ispirati soprattutto al Tintoretto.
Trasferitosi in Spagna a Toledo nel 1577 impresse ai suoi dipinti uno stile di straordinaria tensione
Drammatica e visionaria.
ENRICO PRAMPOLINI (1894 – 1956)
Allievo di Duilio Cambellotti all’Accademia delle belle arti di Roma, fu un esponente di primo piano del Futurismo ed ebbe stretti contatti con i rappresentanti delle avanguardie artistiche europee, con il dadaismo con la Section d’Or, il Bauhaus, il De Stijl, il gruppo Abstraction-Création, con Pablo Picasso, Piet Mondrian, Vasilij Kandinskij e Jean Cocteau, operando teoricamente e praticamente anche nel settore dell’architettura.
GIORGIO MORANDI (1890 – 1964)
Fu uno dei protagonisti della pittura italiana del Novecento ed è considerato tra i maggiori incisori mondiali del secolo. La sua pittura si può definire unica e universalmente riconosciuta; celebri le sue nature morte in cui gli oggetti rappresentati (bottiglie, vasi, caffettiere), sono portati fuori dal loro contesto funzionale e analizzati nella loro pura essenza.Morandi ha vissuto in via Fondazza, a Bologna, con la madre e le tre sorelle Anna, Dina e Maria Teresa. Morandi dipinse sempre nella sua stanza di via Fondazza. Solamente quando costruirono nel 1960 la casa estiva a Grizzana Morandi (il nome dell’artista è stato aggiunto ufficialmente al toponimo del comune nel 1985), ebbe un vero e proprio studio. Di fronte a questa casa si trovano i tre Fienili del Campiaro, soggetto frequente nelle tele del pittore.
ALBERTO BURRI (1915-1995)
Pittore di ampio riferimento storico e culturale nell’ambito dell’espressioni artistiche del XX secolo.Il suo nome è associato alla tendenza materialista del movimento europeo dell’Arte Informale e descrive il suo stile come polimaterico. Mantenne anche legami con lo spazialismo di Lucio Fontana e avrà, con Antoni Tàpies, un’influenza sulla rinascita postbellica dell’arte dell’assemblaggio in America (Robert Rauschenberg) e in Europa.
MANOLO VALDÉS (1942)
Influenzato da Velázquez, Rembrandt, Rubens, Matisse, Picasso e altri, Valdés crea grandi opere in cui l’illuminazione e i colori esprimono una sensazione di tattilità. Il suo lavoro risulta potente e decorato con simboli dell’arte storica. Valdés crea dipinti, sculture monumentali, incisioni e collage.
Insieme alle opere che ha esposto come parte di Equipo Crónicas, Valdés ha avuto oltre settanta esposizioni tra il 1965 e il 1981.
RAFFAELE DE GRADA (1916 – 2010)
Figlio del pittore Raffaele De Grada, per distinguerlo dal quale veniva chiamato “Raffaellino” o “Raffaele junior”, e nipote di Antonio De Grada, noto come decoratore e affrescatore di chiese, si trasferì con la famiglia a Cremona, quindi a San Gimignano e a Firenze.
Nel 1935 cominciò l’attività di critico d’arte. Sposatatosi a Milano, aderì nel 1938 al gruppo di intellettuali che facevano capo alla rivista Corrente del futuro cognato Ernesto Treccani (sposerà sua sorella Lidia) che fu per qualche anno protagonista della reazione anti-novecentista della pittura lombarda dell’epoca, oltre che occasione di opposizione culturale al regime fascista.
Robert Doisneau (1912 – 1994)
Robert Doisneau è considerato uno dei maggiori esponenti della fotografia umanista e del fotogiornalismo, insieme a Henri Cartier-Bresson. Al centro di ogni scatto infatti vi sono le emozioni dell’uomo. La fotografia di Doisneau è una fotografia che coglie di sorpresa i soggetti, lo scatto non è quasi mai preparato ma il più delle volte è “rubato”. Per descrivere il suo lavoro ed il suo approccio alla fotografia, Doisneau ha sempre amato definirsi non un artista, ma un “pescatore di momenti”.
Robert Capa (1913 – 1954)
I suoi reportage rendono testimonianza di cinque diversi conflitti bellici: la guerra civile spagnola (1936-1939), la seconda guerra sino-giapponese (che seguì nel 1938), la seconda guerra mondiale (1941-1945), la guerra arabo-israeliana (1948) e la prima guerra d’Indocina (1954).Capa documentò inoltre lo svolgersi della seconda guerra mondiale a Londra, nel Nordafrica e in Italia, e in particolare lo sbarco in Normandia dell’esercito alleato e la liberazione di Parigi. Il fratello minore di Capa, Cornell, è stato anch’egli un fotografo.